Da “Redattore Sociale” del 26/08/2010
L’allarme lanciato da Enzo Ciconte, docente di Storia della criminalità organizzata all’Università di Roma Tre e uno dei massimi esperti di criminalità organizzata. “Sotto il mirino non solo i magistrati, anche i giornalisti”
Per Ciconte, la situazione in Calabria è diventata sempre più pesante. E ad essere minacciate non sono soltanto le istituzioni. “Sono preoccupato perché sotto il mirino non ci sono soltanto i magistrati – ha affermato -, ma anche i giornalisti. Sono numerosissimi oramai i giornalisti in Calabria sotto il mirino della ‘ndrangheta. Ormai qui è diventata una professione ad alto rischio”. Una realtà in evoluzione, ha aggiunto, che però fa fatica ad accendere una più profonda e ampia riflessione a livello nazionale. “Ho sempre l’impressione che la Calabria venga vista come una terra marginale e secondaria – ha spiegato -. Quello che succede qui non fa notizia, non crea il dovuto allarme e la dovuta attenzione, e invece qui sta succedendo qualcosa di importante. Quello che è venuto fuori con le inchieste che ci sono state a metà luglio tra Calabria e Milano dovrebbe fare rizzare le antenne a molti”. Proprio in questi giorni, inoltre, da Palermo giungono altre notizie allarmanti, come le minacce rivolte alla Catturandi di Parlemo. “Un fatto è certo – ha concluso Ciconte -. Le attività della magistratura e dell’autorità giudiziaria creano problemi alle organizzazioni mafiose e queste cercano di reagire, in Calabria come in Sicilia. La vicenda della Catturandi è davvero inquietante perché se addirittura i poliziotti che di solito agiscono in via riservata, col volto coperto, vengono riconosciuti dai mafiosi siamo ad un punto di svolta, molto delicato. Speriamo che non vadano oltre questo livello”.
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