8, 16, 26. In questa sequenza di numeri sta tutta la drammaticità della situazione calabrese sul versante informazione-mafia. Sono stati Roberta Mani e Roberto Rossi, a raccontarcela, sabato 16 ottobre, presentando il loro libro “Avamposto. Nella Calabria dei giornalisti infami”, prima al coordinamento generale di Libera Piemonte e poi alla libreria “La Torre di Abele”. Un libro inchiesta che parte con l’intento di raccontare la storia di 8 cronisti calabresi sottoposti a minacce dall’ndrangheta, che diventano 16 durante la sua stesura. Oggi il numero d giornalisti minacciati in Calabria ha raggiunto quota 26.
Un’escalation inquietante che la dice lunga su quanto, specie in alcune zone del Paese, l’articolo 21 della nostra Costituzione sia ancora una chimera. Proiettili recapitati, macchine bruciate, taniche di benzina lasciate sul pianerottolo di casa, pestaggi sanguinosi: questo quello che accade a chi prova ad infrangere il silenzio imposto dalla ‘ndrangheta.
Ma il lettore che decide di intraprendere il viaggio attraverso la Calabria dei giornalisti minacciati, si imbatte in un quadro più generale e complesso: l’informazione soffocata dalla violenza è solo una delle metastasi di un cancro che mina la democrazia in tutti i suoi corpi istituzionali, sociali ed economici: politica, magistratura, imprenditoria.
Doveroso, dunque, per il nostro movimento e per il nostro presidio, mantenere alta l’attenzione su queste storie.
0 Comments on ““Avamposto” di…democrazia”
Leave a Comment