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Potenza, 19 marzo 2011

Pubblichiamo di seguito il pezzo scritto da Pierluca Di Tano (il più giovane membro del nostro presidio) sulla “XVI Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie” svoltasi  a Potenza il 19 marzo. Largo alle nuove generazioni!

Un altro“21 Marzo” è andato. Come sempre, l’emozione è tanta e le aspettative vengono premiate. Anche a Potenza, nonostante il freddo, nonostante le difficoltà logistiche della città, eravamo in 80.000. 80.000 persone che concretizzavano la memoria di 900 (e più) vittime delle mafie, 80.000 che personificavano l’impegno nella lotta alla mafie, qualche giorno dopo il centocinquantenario dell’Unità d’Italia.
Molti i tricolori che sventolano in giro per il capoluogo lucano, molte anche le bandiere di Libera appese un po’ dovunque; molta la gente curiosa, coinvolta che sbirciava il corteo da finestre e balconi, o dall’obiettivo delle proprie macchine fotografiche e videocamere, per strada,a testimoniare una vicinanza e un’accoglienza davvero fantastica.
Anche a Potenza,si percepiva un’Italia diversa, un’Italia (davvero unita) che vuole altro, che vuole dimostrare di esserci e a cui non si può più “calpestare” la dignità.
19 Marzo 2011. Ricorre, quest’anno, anche il centenario dalla guerra di Libia, all’epoca del governo Giolitti: un’altra ricorrenza da “festeggiare” nel migliore dei modi; invadendo recidivamente la Libia. Lo stato italiano purtroppo non si smentisce.

Ma la dignità non gliela si calpesta lo stesso.L’Italia c’è ed è stanca. E’ stanca di uno stato che ritorna sui suoi errori e non riesce ad evolversi positivamente.
Il presidio “ Attilio Romanò” a Potenza ha incontrato, tra gli altri, il presidio di Fasano di Brindisi (data anche la mia presenza come presidiante comune): si è condiviso questo senso di profonda ma costruttiva “stanchezza”, auspicandosi collaborazioni in futuro perché quest’ultima diventi viva soddisfazione e più tenero criticismo nei confronti di chi ora si DEVE osservare attentamente, esaminare con zelo e processare quotidianamente. Uno stato che “forse” dovrebbe finalmente starci a sentire. Almeno in 80.000.
Pierluca

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